Ribelli come il vento
INAUGURAZIONE MOSTRA FOTOGRAFICA
Ribelli come il vento
PALAZZO MALVEZZI
giovedì 20 marzo ore 11:00
Un progetto dell’IPSAS ALDROVANDI RUBBIANI
coordinato da Chiara Buonfiglioli, Angelita Fiore e Gabriella Ghermandi
Orari di apertura al pubblico
sabato 22 marzo dalle 10 alle 17
domenica 23 dalle 10 alle 14
21 marzo giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale
Mi interessa principalmente il corpo nero,
ma guarire l’ingiustizia verso i corpi neri
ha ripercussioni per tutta l’umanità.
Ayana Vellissia Jackson
Ribelli come il vento è il risultato di un progetto didattico ispirato al lavoro di Ayana Vellissia Jackson, fotografa afroamericana che indaga la rappresentazione storica dei corpi delle donne nere, decostruendo i processi attraverso i quali queste sono state razzializzate e sessualizzate.
Ribelli come il vento ha avuto, come punto di partenza, l’analisi degli autoritratti in cui Ayana è stata l’analisi degli autoritratti in cui Ayana V. Jackson indossa il tignon, una sorta di turbante che può essere realizzato con tessuti di diverse fogge. L’origine di questo copricapo è legata a una legge approvata in Louisiana nel 1786 dal governo spagnolo, la cosiddetta Tignon law, che imponeva alle donne nere, creole e indigene di coprire la capigliatura quando erano in pubblico, affinché non entrassero in competizione con i canoni di bellezza delle donne bianche. L’intento dell’opera di Jackson è reinterpretare questo copricapo, trasformandolo, da uno strumento di mortificazione, in un simbolo di dignità. Facendo proprio questo intento, la mostra vuole contrastare l’imperturbabile violenza della discriminazione attraverso una danza ribelle, capace di affermare la forza creativa e l’autodeterminazione femminile, oltre gli stereotipi e le semplificazioni. A partire dall’indagine delle connessioni storiche tra colonialismo, razzismo e sessismo, le classi coinvolte hanno riflettuto sui temi della discriminazione di genere, dell’intersezionalità, dell’emancipazione femminile, della sorellanza; hanno ideato i pattern grafici; hanno cucito i tignon; hanno partecipato alle varie fasi dello shooting fotografico, dalla progettazione degli scatti alla post produzione. Le studentesse ritratte hanno usato il proprio corpo per esprimere una ferma ribellione a ogni forma di privilegio e discriminazione.